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AIPCR e la sicurezza stradale

di Domenico Crocco - segretario generale di AIPCR CNI

Riportiamo nel seguito l’intervento AIPCR alla Giornata regionale Lombarda sulla sicurezza stradale – Regione Lombardia, 19 Novembre 2014.

Ogni anno, nel mondo, 260 mila bambini muoiono per incidenti stradali. Globalmente, le persone scomparse a causa di incidenti sulla strada sono annualmente 1,3 milioni. Di questi, 26.010 nell’Unione europea, 3385 in Italia. Con una media di 56 morti per ogni milione di abitanti, il nostro Paese risulta al 14° posto nella graduatoria europea, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia. Dal 2001 al 2013 il numero delle vittime della strada si è ridotto in Italia  del 52 %. Ma per vincere la sfida della sicurezza  stradale occorre prevenire, reprimere i comportamenti sbagliati e lavorare sulla ricerca tecnologica, confrontandosi con le migliori esperienze degli altri Paesi del mondo nel settore delle strade.
Ed è esattamente quello che faremo a Roma il 27 e 28 novembre, nel corso del XXVII convegno nazionale dell’associazione mondiale della strada, di cui sono segretario generale per l’Italia. Alcuni tra i migliori esperti italiani, riuniti nel comitato tecnico sulle politiche per la sicurezza stradale, presieduto dall’ing. Arditi e a cui ha partecipato l’ing. Donno della Regione Lombardia, esporranno le loro ricerche frutto di un serrato confronto durato 4 anni con le migliori esperienze internazionali, con il sapere tecnico proveniente da 120 Paesi del mondo.

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Le ricerche più innovative, tra quelle presentate in questi due giorni di convegno, anche nell’ambito della sicurezza stradale, saranno rappresentate il prossimo anno a Seul, in Corea del Sud, nell’ambito del Congresso mondiale dell’Associazione della strada. E sarà un grande onore vedere l’Italia protagonista, anche in questo evento.
Una parte importante del nostro lavoro associativo è stato dedicato alla necessità di formare una coscienza ed una cultura diffusa della sicurezza stradale, senza la quale è impensabile raggiungere gli obiettivi di drastica riduzione degli incidenti che il nostro senso morale, ancora prima delle norme ci impone.
E’ fondamentale proseguire e potenziare ciò che le istituzioni stanno già facendo a livello mondiale. Sono importanti gli obiettivi di riduzione della mortalità che l’Europa ha posto ai paesi membri.Dobbiamo lavorare per rendere le nostre infrastrutture sempre più sicure. Dobbiamo lavorare perché il progresso tecnico e scientifico consenta di rendere i veicoli sempre più affidabili, sempre più sicuri e ci arriveremo anche grazie alle tecnologie informatiche e della comunicazione che ci daranno veicoli sempre più interconnessi tra di loro e con l’infrastruttura – e veicoli sempre più automatizzati. Dobbiamo poi lavorare affinchè la cultura della sicurezza si diffonda sempre più a partire dalle famiglie e dalle scuole, affinchè diventi un valore condiviso ed un elemento fondante della società, portato avanti dalle categorie e dalle organizzazioni pubbliche e private.
Ecco perché occorre uno sforzo comune, uno sforzo condiviso. Occorre formare una coscienza sulla sicurezza stradale.
Questa coscienza diffusa, oggi non ha ancora raggiunto una maturazione sufficiente. La verità è questa.
Ogni mattina, per raggiungere il mio luogo di lavoro, attraverso sulle strisce pedonali una larga curva sulla via Castro Pretorio a Roma, vicino alla stazione ferroviaria. Verifico personalmente ogni mattina che le auto che si fermano all’attraversamento di un pedone sono la minoranza. Si rischia di essere investiti sulle strisce. L’alternativa è quella di aspettare a lungo per l’attraversamento oppure di lanciarsi rischiando l’investimento o la brusca frenata di un auto lanciata in corsa.
Questo significa che le regole sono vissute come flessibili. Questo significa che c’è un senso di impunità nel nostro Paese dovuto ad un insopportabile buonismo. Insopportabile perché se non si rispettano le regole la gente si ferisce oppure muore. E tutto questo è insopportabile.
Ci sono una serie di comportamenti inaccettabili e di azioni necessarie su cui il nuovo codice della strada dovrebbe intervenire.
E’ per esempio decisamente inaccettabile, soprattutto in alcune aree del Paese, il livello di uso delle cinture in generale e delle cinture posteriori in particolare. Devono essere assunte delle azioni di rinforzo per la sensibilizzazione ed azioni concrete anche da parte delle polizie urbane. Non dobbiamo più vedere bambini che girano slegati a fronte dei 49 bambini e più morti da inizio anno. Devono essere organizzati dei servizi di repressione nei confronti dei genitori imprudenti, magari coordinati con i servizi in essere, ad esempio qui a Milano, per permettere l’attraversamento in prossimità delle scuole.
E’ fondamentale lo sviluppo delle tecnologie elettroniche in area urbana per il controllo dei comportamenti stradali e lo sviluppo dei sistemi di bordo che preavvisano l’utente di possibili infrazioni e permettono la repressione da parte delle autorità.
Occorrono azioni per proteggere gli utenti vulnerabili che coprono ormai una quota rilevantissima dei danni alla persona.
Occorrono meccanismi premiali per quelle iniziative che riescono a dimostrare di aver migliorato la sicurezza. Facciamo un esempio concreto. Quest’anno costruisco 50 km di piste ciclabili in un comune. L’anno scorso avevo avuto 50 ciclisti investiti di cui 3 morti e quest’anno solo 10 investiti di cui 1 morto. L’intervento ha dimostrato nel concreto di aver funzionato, quindi il comune che lo ha attivato ha diritto ad un ristoro dei costi sostenuti per l’intervento. Questo discorso vale per il sistema vergilius, il nuovo misuratore di velocità controllato direttamente dalla polizia stradale o per qualunque altra misura che può essere assunta dal gestore di strade. Ovviamente questa proposta  richiederebbe alle amministrazioni stradali di valutare i risultati (cosa positiva di per sè) e quindi tenere attenzione sul tema della sicurezza.
Occorre poi un sostegno pubblico allo sviluppo della cultura della sicurezza in cui potrebbero rientrare azioni di comunicazione pubblica. Occorre mobilitare il servizio pubblico radiotelevisivo ulteriormente in questo senso. Occorrono, inoltre anche azioni mirate di sviluppo della sicurezza (ancora un esempio concreto: mi accorgo attraverso i dati che il rischio grosso sulla strada che gestisco sono i camionisti: così organizzo una attività collaborativa con i camionisti per fare una formazione mirata).
Occorre inoltre eliminare tutte le regole che forniscono agli utenti più spregiudicati gli strumenti per creare il contenzioso di cui poi soffre la sicurezza in primis e poi la comunità nel suo complesso paga il conto. Un esempio: perché mai su una strada deve esserci un cartello che avvisa che possono esserci dei controlli di polizia, perché sia valida la contestazione? Se questo fosse giusto dovremmo prevedere un cartello per i rapinatori davanti ad ogni banca ed in assenza di cartello dovremmo invalidare l’arresto del rapinatore. E’ evidentemente una regola sbagliata.

Grandissima importanza assumono tutte quelle iniziative di sensibilizzazione e di educazione utili a promuovere la costruzione di una cultura della sicurezza stradale, specie tra i bambini, affinché il prendersi cura della sicurezza propria e di quella altrui, anche sulla strada, possa essere un comportamento del tutto naturale. A puro titolo di esempio, un caso di matrice indubbiamente lombarda, proprio l’anno scorso in questa sede avete riservato una particolare attenzione al caso di Autostradafacendo, la campagna degli operatori autostradali piemontesi e lombardi.

• E’ apprezzabile che nel disegno di legge delega per la riforma del codice della strada sia presente la promozione della diffusione di sistemi telematici per la rilevazione dell’inosservanza delle norme di circolazione, anche attraverso il collegamento automatico con l’archivio nazionale dei veicoli;
• E’ apprezzabile che si preveda,nei casi di omicidio colposo con violazione delle norme sulla circolazione stradale, la definizione ( anche in coerenza con eventuali modifiche del codice penale che introducano il reato di “omicidio stradale”) del grado di colpevolezza e delle tipologie di violazioni per le quali prevedere la revoca perpetua della patente e l’inibizione perpetua alla guida sul territorio nazionale;
• E’ apprezzabile infine che il governo nazionale preveda nella delega l’inserimento della patente a punti anche per i minorenni che guidano quadricicli e motocicli. Perché se è vero che la mortalità sulle 4 ruote sta diminuendo è anche vero che oggi l’utenza più debole è quella che sceglie mezzi a due ruote.
Quindi, per concludere, il concetto chiave per favorire la sicurezza stradale è quello di formare una coscienza sulla sicurezza. Per formare questa coscienza è fondamentale l’insegnamento, la prevenzione, l’interiorizzazione della convinzione dell’utilità del rispetto delle norme. Ma è altrettanto fondamentale la repressione inflessibile dei comportamenti scorretti. Il buonismo, in questo campo, è solo una variante dell’irresponsabilità e dell’assenza di rispetto per la vita.

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