Un rischio che non viene percepito … non esiste
di Roberto Arditi - SINA
Un rischio che non viene percepito, non esiste. Il guidatore, e l’essere umano in generale, quando eseguono un compito ripetitivo, acquisiscono esperienza, ma il compito diviene parte della “routine” psicologica. La routine cresce più velocemente dell’esperienza infatti gli atti di routine sono, per definizione, proprio quelli che facciamo più e più volte, spesso senza alcun apprendimento. Tra questi atti di routine … siamo in grado di circolare per strada e siamo in grado di ripetere alcune manovre, prendendo le opportune decisioni, ecc.
Tutto ciò avviene tuttavia senza alcun rischio percepito da parte del conducente e quindi senza apprendimento e, di conseguenza, non senza esperienza positiva.
Tuttavia, il rischio esiste e all’incidente che avviene direttamente avremmo l’opportunità aggiungere anche l’esperienza dei vari “quasi incidenti” che abbiamo modo di osservare o di sperimentare.
In sintesi: molte delle situazioni di rischio che circondano il guidatore e la cui decifrazione sarebbe positiva per un progressivo miglioramento della guida non sono invece percepite per mancanza di formazione, per mancanza di informazione, in virtù di false credenze oppure perché seguiamo le “norme informali” che caratterizzano la nostra società. Per tutte queste ragioni, diveniamo in grado di accettare azioni come prendere in mano il telefono cellulare … e non succede nulla; magari accettiamo di fare una piccola infrazione alla segnaletica … e non succede nulla; magari la velocità è inadeguata alla circolazione … e non succede nulla. Fino a quando poi l’incidente accade e – quindi – la precedente percezione viene smentita dai fatti.
Quanto detto è sostanzialmente quanto riporta un articoletto di Roberto Ramos riportato in questa pagina della rivista (in lingua spagnola) “Trafico y Seguritad Vial”, la rivista sulla sicurezza stradale del Ministero degli Interni Spagnolo (DGT). Autostradafacendo aveva già affrontato più volte il tema della percezione del rischio, ad esempio, tramite gli articoli riportati in questa pagina ed in quest’altra.
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