I numeri della Sicurezza stradale: Italia e Svezia sulle due ruote
di Sabrina Caiani – SINA
Nuova uscita della piccola rubrica che evidenzia un numero, anzi due, per fare una differenza ed illustrare la sicurezza stradale a partire dai numeri che la descrivono. Fatti e confronti anche con omologhi internazionali.
Ecco la descrizione di questo mese: il numero di morti sulle due ruote in Italia è stimato al 33% del valore nazionale complessivo (fonte: WHO 2015 da cui il 33% risulta composto per il 7% da ciclisti e per il 26% da motocicli). In Svezia le autorità stimano invece sia al 23% (stessa fonte con 6% di ciclisti e 17% di motocicli). Se ne deduce una differenza sulle percentuali di quasi un terzo, in ragione del 10%. Valore che in termini di “spread”, comporta 1000 punti base.
Questa rubrica cerca di capire quali sono gli indicatori che stanno alla base delle differenti prestazioni di sicurezza e talvolta punta il dito sui comportamenti collettivi. Non è il caso di questa uscita, in cui il dato comportamentale ci appare come probabilmente annegato dalle circostanze ambientali più favorevoli nei paesi del Sud, quindi incentivanti all’uso delle due ruote.
Notoriamente gli Svedesi sono i migliori al mondo sui comportamenti alla guida. Però anche dando per concesso che gli Svedesi possano essere più diligenti e rispettosi delle regole rispetto a noi mediterranei, guardando questo “spread” non possiamo tuttavia non osservare che la differenza di clima disincentivi più in Svezia che in Italia l’utilizzo delle due ruote, a favore di mezzi di trasporto probabilmente più sicuri, soprattutto nei lunghi mesi invernali. E’ da osservare che i morti sulle due ruote sono una quota tutt’altro che irrilevante quindi, su scala nazionale, stiamo parlando di una differenza percentuale che comporta centinaia di vittime della strada.
Le percentuali sui pedoni, in Italia e Svezia sono equivalenti con una mortalità pari al 16% dei rispettivi valori complessivi.
In questa pagina è riportato l’articolo del direttore editoriale di LeStrade con cui viene presentata l’iniziativa.
Seguendo questo collegamento è possibile scaricare il pdf della rubrica pubblicata a novembre 2015 sulla rivista. Seguendo invece questo collegamento puoi invece leggere l’editoriale per il numero di marzo 2015 di LeStrade, che ha dato lo spunto iniziale.
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