Cinture di sicurezza – le operazioni ad alto impatto della Polizia Stradale
di Sabrina Caiani - SINA
La Polizia Stradale è impegnata in una pluralità di azioni atte a sensibilizzare i guidatori con informazione, educazione stradale ed infine repressione dei comportamenti illegali. Tra le “operazioni ad alto impatto” figurano anche le campagne inerenti l’uso delle cinture posteriori.
Il dato preoccupante è che una ricerca del 2011 a cura dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha denunciato che solo il 10% dei passeggeri sui sedili posteriori indossa la cintura di sicurezza. Si presume che questo fatto sia adducibile a tre false credenze, peraltro destituite da ogni concreto fondamento: le persone pensano che non sia obbligatorio per legge (falso: vedi C.d.S. art. 172), il secondo perché pensano di essere più protette viaggiando sui sedili posteriori (falso: possono avvenire incidenti gravissimi vedi esempio) e terzo perché nei tragitti brevi si ritiene di non dover mettere le cinture (falso: nelle aree urbane si concentra una rilevantissima quantità di incidenti gravi).
La Polizia con questo nuovo impegno vuole ribadire ai cittadini come l’abitudine a non indossare la cintura sui sedili posteriori comporti un rischio maggiore di essere sbalzati fuori dalla vettura e soprattutto in caso di presenza di airbag gli effetti possono essere molto pesanti.
Per contro l’utilizzo delle cinture da parte di tutti i passeggeri riduce dell’80% l’eventualità di decesso o lesioni gravi.
Nei prossimi mesi in ogni provincia del territorio nazionale per addivenire ad un risultato più concreto in termini di numeri di incidenti riconducibili a questi comportamenti errati verrà aumentato il numero di pattuglie ai posti di controllo.
Questo fenomeno non colpisce solo gli adulti occorre ricordare di allacciare i bambini ai seggiolini o utilizzare gli adattatori a seconda della fascia di età perché nel loro caso devono essere tutelati da adulti consapevoli.
Vedi notizia apparsa su Targato-CN sullo sviluppo dell’iniziativa in questione nella provincia di Cuneo.
Vedi il confronto tra l’uso delle cinture in Italia e nel Regno Unito.
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