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Anche l’informazione dei quotidiani contribuisce a promuovere la sicurezza
di Sabrina Caiani - SINA
Avere dei bambini che sbattono qua e là o che vengono addirittura sparati fuori dalle macchine, è un rischio da cui la nostra società dovrebbe rifuggire a pelle. Più in generale, si dovrebbe rifuggire ogni situazione in cui si possa morire o si possano avere delle ferite gravi per semplice disattenzione o per ignoranza. Sicuramente i genitori ci tengono ai loro figli, ma spesso non riescono ad esprimere quei comportamenti che concretamente li proteggono.
Perché non riescono a proteggerli? Probabilmente non hanno la percezione del rischio, anche perché non sono informati sulle cause che stanno alla base o rendono gravi gli incidenti. Gli incidenti avverranno sempre: è inevitabile che le persone siano stanche, si distraggano, facciano degli errori, ecc. Quello che si può cercare di fare è evitare che tali incidenti abbiano delle conseguenze gravi o letali. Per questo è importante che siano conosciute quelle cause (evitabili) che rendono gravi gli incidenti che inevitabilmente avverranno (es. di cause evitabili: velocità, cinture di sicurezza, ecc.). A questo tipo di informazione la stampa può contribuire in modo determinante, nella misura in cui riesce ad informare il grande pubblico sulle ragioni per cui gli incidenti accadono.
Ad esempio, questo è un articolo ben fatto che, sin dai titoli, coglie l’occasione di un evento grave per informare correttamente sui rischi che corrono gli utenti (in questo caso le mancate cinture per la bambina).
Spesso vediamo invece articoli che dalla titolazione ai contenuti rimandano a contenuti generici se non addirittura fuorvianti (es. nebbia killer, autostrada di sangue, ecc.) che non solo perdono l’opportunità di promuovere la sicurezza tramite la conoscenza di quanto è accaduto nei casi reali, ma forse perdono anche il filo di quella che è stata la vera notizia …
Ad esempio, qualche tempo fa era morta una bambina di 4 anni sull’autostrada vicino a Varazze sparata fuori dalla macchina come nella vignetta di Autostradafacendo. La bambina è stata addirittura travolta dalla stessa macchina del padre. Potete cercare in rete questa notizia (qui sulla Stampa, qui su Savona news, qui sul Corriere). Non si riescono a trovare in modo chiaro ed evidente concetti del tipo “Bambina sparata fuori dalla macchina. E le cinture?” oppure “Perché i passeggeri sui sedili davanti non si sono fatti male? Avevano la cintura solo quelli davanti?”. Purtroppo, questo tipo di richiamo, è difficile da trovare sulla stampa anche se contribuirebbe molto ad avere cittadini più consapevoli, non grazie alla scienza, ma grazie all’informazione. Bene ha fatto Il Secolo con quest’ultima notizia.
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