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Fondazione Caracciolo, ACI e BOSH pubblicano i risultati dello studio 2020: con l’AEB 4 incidenti di tamponamento in meno su 10.

di Simonetta Sanasi - SINA

Gli effetti dell’AEB nella riduzione dei sinistri. Il sostegno della tecnologia nella lotta agli incidenti stradali”. Questo è il titolo del webinar organizzato lo scorso 13 ottobre 2020 con il quale ACI e Bosch hanno presentato i risultati di uno studio realizzato dalla Fondazione Filippo Caracciolo in collaborazione con il Dipartimento di Ingegneria dell’Ambiente, del Territorio e delle Infrastrutture (DIATI) del Politecnico di Torino e dedicato agli effetti dell’AEB, ovvero di quel dispositivo che attiva la frenata automatica di emergenza, sulla riduzione dei sinistri.

Lo studio si colloca all’interno di un più ampio percorso della Fondazione che ha il suo nucleo nell’analisi dell’evoluzione della mobilità in Italia. Questa viene affrontata alla luce di diversi aspetti, industriali, tecnologici, economici, sociali ed energetici, con l’obiettivo primario di valutarne le conseguenze sulla sicurezza stradale.

Dal 2018 la Fondazione ha istituito un osservatorio permanente ai cui tavoli tematici partecipano esponenti del mondo scientifico, accademico e operatori del settore che monitorano e formulano proprie valutazioni sullo sviluppo di quelle tecnologie che vanno verso la guida autonoma, ovvero di ciò che ad oggi rappresenta la più grande opportunità di miglioramento della sicurezza stradale.

Molti degli studi che attualmente sono in essere cercano di capire se e come la tecnologia sia in grado di intervenire su quel 90% che rappresenta l’incidenza dell’errore umano negli incidenti stradali.

L’indagine pubblicata nel 2019 aveva valutato – per la prima volta – l’efficacia di alcuni sistemi avanzati di assistenza alla guida (ADAS) in relazione ai chilometri percorsi in un anno. Ne era risultato che un veicolo che ha una vita superiore ai quindici anni ha quasi il 50% di probabilità in più di essere coinvolto in un incidente grave rispetto a uno immatricolato da soli due anni. I risultati della ricerca evidenziavano anche come i modelli sprovvisti di tali tecnologie dotati di un numero maggiore di ADAS siano esposti a un rischio triplo di incidenti rispetto ai veicoli su cui questo tipo di tecnologia è presente.

La ricerca pubblicata a settembre 2020 fa un passo in avanti e restringe il campo d’indagine agli incidenti per tamponamento e al ruolo svolto dal sistema di assistenza alla frenata. I risultati, espressi sotto forma di IS (indicatori di sinistrosità: rapporto tra numero di incidenti e percorrenze dei veicoli), dimostrano che l’introduzione del sistema di assistenza alla frenata migliora la sicurezza in modo significativo. La riduzione dei sinistri per tamponamento nei veicoli con meno di 3 anni è stimata al 45%: in media, quasi 1 tamponamento su 2 è evitato grazie a tale tecnologia. Un dato non trascurabile se si considera che gli incidenti per tamponamento rappresentano circa un terzo del totale.

I risultati dello studio ci fanno ben sperare che lo sviluppo tecnologico, che sta invadendo ogni aspetto della nostra vita, possa contribuire anche a quella riduzione degli incidenti così ambita dalla Commissione Europea che punta “zero vittime” nel decennio 2021-2030 per la sicurezza stradale.

Quello che è certo è che soprattutto negli ultimi decenni ognuno come può e nel limite del proprio ruolo sociale cerca di fare la propria parte per raggiungere in modo più o meno consapevole l’ambito traguardo della Commissione.

Da canto nostro, quello di Autostradafacendo, sono quasi 10 anni che ci impegniamo al raggiungimento di questo importante traguardo attraverso la diffusione della cultura della sicurezza stradale soprattutto tra i giovani, in epoca pre-Covid, nelle piazze delle città che sono attraversate dalle autostrade che partecipano al progetto, nelle scuole avvalendoci anche del prezioso contributo della Polizia Stradale, Associazioni, Enti e dei tanti partner che concorrono a diffondere con noi il messaggio di sicurezza.

La visione del webinar è disponibile al seguente link.

Questa la pubblicazione dello studio

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